Su segnalazione di un privato cittadino pervenuta all’associazione, successivamente a nostre comunicazioni, indirizzate al Servizio Fitosanitario Regionale, al Comune di Scicli, all’Ispettorato Forestale, alla Soprintendenza BB.CC.AA. e alla Confagricoltura, dell’importante presenza del rincoforo delle palme su tutte le palmizie, il 15 novembre è stato condotto un sopralluogo congiunto nel parco extraurbano di Costa di Carro di Scicli da parte del dott. Pippo Salamone, ispettore del Servizio Fitosanitario della Regione Siciliana, assieme ad alcuni Soci di Esplorambiente.
Durante il sopralluogo è stata evidenziata l’abbondante presenza di punteruolo rosso delle palme (Rhynchophorus ferrugineus Olivier, 1790) soprattutto sulla palma nana (Chamaerops humilis L., 1753) ma anche sulle altre specie presenti nel parco. Si è stimata la presenza di circa il 30% di piante già morte (alcune da almeno un anno) o gravemente attaccate, facendo risalire l’inizio dell’attacco ad almeno due anni fa. È stata altresì costatata la presenza di castnide delle palme (Paysandisia archon Burmeister, 1880), un lepidottero che attacca le palme causando la morte della pianta così come il rincoforo, ma per fortuna con minore intensità e diffusione. La castnide è stata riscontrata solo grazie alla sintomatologia di attacco in fase ancora iniziale, notando solo qualche foglia con le note perforazioni del lembo fogliare a raggiera.
Data la situazione attuale un intervento risanatorio si rende molto difficile da applicare, sia per le condizioni in cui si presenta il parco sia per la ormai diffusa presenza del rincoforo in tutti gli ambienti isolani, tanto da essere stato declassato da organismo da quarantena a organismo nocivo di qualità.
Il nostro auspicio, insieme a tutta la comunità, è che gli enti preposti si attivino affinché possa essere fatta un’opera di manutenzione straordinaria del parco, impegnandosi nella rimozione delle palme già attaccate e nella difesa di quelle vive che certamente, se non si interviene, potranno subire la stessa sorte.
Esplorambiente sta valutando, dietro consiglio del dott. Salamone, di poter istallare delle trappole per il monitoraggio e la cattura massale degli adulti di sesso maschile, con l’intento di ridurre il numero di voli e le possibilità di accoppiamento.